Genere Peziza Specie pseudoammophila Bon & Donadini
Exsic. n. 2366 Erbaria Maletti. Determinatore: Maletti M. Foto: Maletti M.
Luogo di raccolta: Fossosejore (PU).
Data raccolta: 19-12-2008.
Habitat: Cresce quasi completamente sepolta nella sabbia, dalla fine di novembre ai primi di marzo. Legit: Maletti M.
DESCRIZIONE
Apotecio di 20-40 mm di larghezza e 20-50 mm di altezza, quasi completamente sepolto nella sabbia, globoso, piriforme, munito di un pseudogambo fragile ma carnoso, radicante a volte anche ramificato. Inizialmente completamente chiuso, poi nella parte superiore si apre a corona dentata a formare una coppa che in vecchiaia si distende quasi completamente. Imenio liscio, bruno-rossastro, molto scuro a umido. Superficie esterna bruno-ocracea, ricoperta da piccoli peli che trattengono i granelli di sabbia. Carne fragile, ocra-brunastra, odore lieve indefinito.
Microscopia
Spore: ellittiche, lisce, ialine, 16-18 x 9-11 µm.
Aschi: amiloidi, cilindrici, con otto spore uniseriate, 190 x 14 µm.
Parafisi: cilindriche, strette, moniliformi con apice clavato, larghe 2-5 µm.
Note
Questo ascomicete viene iscritto al Genere Peziza per l’amiloidia degli aschi. È caratterizzato per la crescita semiipogea in dune sabbiose, per la presenza di un relativamente lungo pseudo gambo che spesso è anche ramificato, per la colorazione uniforme bruno scura quasi nerastra a umido e la forma globosa con apertura apicale a corona che ricorda un poco i funghi del Genere Sepultaria o Sarcosphaera. In letteratura sono descritte altre specie sabulicole dai caratteri del tutto simili o sovrapponibili come P. ammophila Durieu & Mont. (1847) senza un vero e proprio pseudogambo sostituito da un intreccio di ife miceliari, ma sembra che la differenza sostanziale stia nello spessore della parete sporale e P. psammobadia Rifai (1968) segnalata in Australia dalle spore leggermente verrucose. Per complicare ulteriormente la situazione, lo stesso Donadini dopo aver descritto regolarmente P. pseudoammophila nel 1977, poi la ripropone assieme a M. Bon con la medesima Diagnosi Originale nel 1979. Non conosco i fatti ma se la diagnosi del 1977 è valida allora sarebbe sbagliato indicare come autori Bon & Donadini. I casi sono due: o la diagnosi di Donadini è invalida per qualche motivo oppure, se è valida, bisogna utilizzare quella.